Montecchio e le bellezze della Valle dell’Agno
La provincia di Vicenza è cinta a nord da una serie di rilievi prealpini che vanno dalla Valle del Chiampo al Massiccio del Grappa, una corona di monti incisa da fiumi che formano delle amene vallate più o meno note.
Molti luoghi sono fortemente antropizzati e la modernità ha talvolta trasformato la morbidezza dei profili delle colline in un ispido susseguirsi di tetti e il variopinto disegno dei campi coltivati delle pianure ha lasciato il posto alle geometrie industriali. Tuttavia sono ancora moltissimi i luoghi che possono offrire scorci di assoluta bellezza sia artistica che paesaggistica.
La vallatata dell’Agno è uno di questi luoghi. Da due secoli nota per la sua feconda economia, offre al visitatore i sui colli costellati di significative testimonianze dell’arte veneta alternate ad altrettanto interessanti tracce di uno sviluppo industriale che, nel bene e nel male, ha reso famose queste zone da due secoli a questa parte.
Siamo a Ovest di Vicenza e per arrivarci la via più facile è uscire con l’autostrada a Montecchio Maggiore, cittadina posta alla confluenza della valle del Chiampo e della valle dell’Agno. Proprio nel comune di Montecchio il torrente Agno cambia nome in Guà e proseguirà la sua corsa incanalato in vari modi fino a tuffarsi nel Brenta che sfocia a Chioggia.
Montecchio Maggiore è nota per la presenza austera di due Castelli scaligeri che sorvegliano l’antica via che da sempre collega Verona e Vicenza (oggi SS11, un tempo, più o meno la via Postumia). Nell’Ottocento si diffuse la leggenda che questi fossero i Castelli di Giulietta e Romeo, e ancora oggi così vengono chiamati da tutti, a ricordo del fatto che la novella che ispirò Shakespeare fu scritta dal vicentino Luigi Da Porto.
Tra i monumenti che danno lustro alla cittadina vi è anche Villa Cordellina, eretta dall’avvocato veneziano Carlo Cordellina Molin (come Palazzo Cordellina a Vicenza) e progettata dall’architetto veneziano Giorgio Massari, che si ispirò a moduli palladiani.
Nel 1743 Giambattista Tiepolo curò la decorazione del salone principale con un ciclo di affreschi ispirati ai fasti di Scipione l’Africano ed Alessandro Magno. Un luogo ricco di fascino oggi gestito dalla Provincia di Vicenza, attuale proprietaria. Maestosa nell’aspetto merita una sosta di almeno un’ora per gustare completamente l’atmosfera settecentesca che emanano i suoi ambienti.
Se il tempo non manca è inoltre imperdibile una visita alla fondazione Bisazza, luogo inaspettato e coloratissimo dove la lungimiranza imprenditoriale di un brand internazionale (Bisazza, leader nella produzione di mosaici) ha trasformato gli ambienti dell’antica fabbrica in una esposizione permanente di opere ed installazioni di designer e architetti contemporanei che hanno utilizzato il mosaico per creare opere uniche e irripetibili per la Fondazione stessa. Il progetto della Fondazione – organizzazione privata non profit e aperta al pubblico – nel corso degli ultimi vent’anni ha ospitato, inoltre, mostre itineranti e progetti di design e architettura, non legati necessariamente al mosaico. (da febbraio a dicembre 2017, aperto eccezionalmente tutti i primi sabati di ogni mese, dalle 11.00 alle 18.00)
Proseguendo lungo la via che conduce verso Trissino, si imbocca la vallata e si entra in un territorio oggi un po’ maltrattato dalla recente costruzione di nuove vie di comunicazione, ma comunque ricco di storia e di fascino.
Prima tappa Villa Trissino – Da Porto – Marzotto, a Trissino (aperta da marzo a ottobre ogni mercoledì e sabato mattina). La visita degli interni dura circa 1 h ma non si può lasciare il luogo senza vedere i giardini i giardini per contemplare le numerose statue allegoriche e rivangare un po’ di mitologia classica: si tratta di un luogo magico, riconosciuto come uno dei parchi storici del XVIII secolo più interessanti d’Italia; lo rendono unico, infatti la fontana ottagonale, la cavallerizza e oltre cento statue che esprimono una ricchezza iconografica unica.
Il nucleo più antico della Villa risale al Medioevo quando la famiglia Trissino costruì un castello quale centro del proprio potere feudale. Nella seconda metà del XV secolo l’edificio venne trasformato in residenza di campagna per essere poi rinnovato nel XVIII secolo secondo il progetto di Francesco Muttoni e Girolamo dal Pozzo.
La Villa Inferiore venne costruita da un altro ramo della famiglia Trissino che si avvalse, probabilmente, dell’architetto Girolamo Frigimelica al quale si attribuiscono i sontuosi portali d’ingresso.
All’interno si possono ammirare le eleganti stanze che il Conte Giannino Marzotto ha completamente restaurato e riportato all’antico splendore quando acquistò la villa nel 1951. Tra tutte le opere esposte, tra i cimeli di famiglia e pezzi di antiquariato “reinterpretati” secondo il gusto eclettico del Conte, spicca un Ciclo di Arazzi del XVI secolo, raro esempio completo di questo genere artistico.
Proseguendo lungo la Vallata in direzione Nord si arriva a Valdagno, cittadina che deriva il suo nome proprio dal fiume. Il suo territorio si espande lungo la valle omonima, protendendosi nelle colline circostanti, tra le Piccole Dolomiti e gli Alti Lessini. La presenza dell’Agno influenzò sia le origini che lo sviluppo della città, fornì acqua agli abitanti, incrementando le attività industriali, soprattutto nel settore tessile. La SP. 246 che vi ha portato fino a qui attraverso, continua e collega il comune a Nord con Recoaro Terme, antica località termale, nota ai più per le sue sorgenti di acqua cristallina.
Gran parte della sistemazione urbanistica della città risale al Settecento, nel periodo della Repubblica Veneta, ma la sua fama è strettamente legata alla Famiglia Marzotto che qui posero le basi del loro impero industriale.
LA CITTA’ SOCIALE che sorge sulla sinistra dell’Agno, è un importante centro urbanizzato delimitato da ampie strade ed aiuole voluto ed edificato da Gaetano Marzotto Jr (1894-1972), su progetti dell’architetto bassanese Francesco Bonfanti.
Il complesso appare in gran parte inalterato e nasce con la volontà di integrare fabbrica e società, dimensione famigliare e attività sociali, ricreative e sportive. Il complesso urbanistico è disposto attorno alle istituzioni sociali della Fondazione Marzotto (asilo nido, scuola materna, casa di riposo) e agli impianti ricreativi (piscina, stadio, dopolavoro aziendale); c’è anche la scuola di musica, sede del prestigioso complesso strumentale. Verso sud, la cittadella degli studi, con le scuole elementari, la scuola media, i licei e l’istituto tecnico industriale Marzotto. Al centro del quartiere è situata la chiesa parrocchiale di S. Gaetano. Il rapido processo di industrializzazione vissuto dalla valle dell’Agno nell’Ottocento e nel primo trentennio del Novecento restano i due massicci complessi della Marzotto SPA, di Largo Margherita e di Maglio di Sopra, che hanno determinato un radicale riassetto del territorio e una rivoluzione nei modi di produzione e di vita di quelle antiche popolazioni montanare.
Se dopo aver ammirato questi luoghi vi rimane ancora tempo per una divagazione nell’arte sacra, vi consigliamo la visita di tre luoghi : Santa Maria in Panisacco arroccato su un monte sopra Valdagno e San Marino Chiesa risalente all’alto medioevo che nasconde numerose curiosità e testimonianze artistiche rare. Ma di questi luoghi vi parleremo in un altro post…